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Battuta di caccia

Vera Nikolaevna Tretiakova (1895-1937). Bilal la definisce “una delle figure più sublimi della rivoluzione russa”, di primo piano nella politica familiare (abolizione del matrimonio ) e culturale. Visse davvero e davvero morì nelle purghe staliniane. La sua opera principale “Psicoanalisi e materialismo dialettico” sparì, dopo il ’37, dalle biblioteche dell’URSS.
Ora, è mai possibile che l’unico ricordo di questa donna sia in un fumetto di Bilal ?

Il libro: Pierre Christin, Enki Bilal, Battuta di caccia, Alessandro Editore, 2000, 96 p.

La nipote scomoda

Un noir senza sbirri come prime donne e senza un lieto fine.
Protagonista la grande fabbrica (chissà chi è ?) che elimina “gli ostacoli” sotto gli occhi della Torino bene, che approva e continua i suoi riti. Ben descritta la borghesia sabauda, l’ipocrisia e l’omertà (degna dei più classici stereotipi siciliani), la riorganizzazione della destra industriale.
Ben descritte le contraddizioni di un giovane ingegnere calabrese, in bilico fra la fedeltà all’amico e alle proprie origini/valori e il richiamo dell’ “integrazione”, del rampantismo sociale.
Romanzo stilisticamente un po’ acerbo, ma chissenefrega.

Il libro: Bruno Gambarotta, Massimo Felisatti, La nipote scomoda, L’Ambaradan, 2006.

La nostalgia e la memoria

LA NOSTALGIA E LA MEMORIA

Talvolta
vorrei ripercorrere
le strade del mio quartiere
e ritrovare vorrei
quella generazione
che si formò
sul testamento di Julius Fucik
colui che sotto la forca
scrisse a noi per noi

la generazione
che correva compatta
da papà Cervi a consolarlo
a consolarsi

quella generazione
che disarmata
raccolse la bandiera della Resistenza
prima che la borghesia
l’agitasse oscena

vorrei ritrovarmi
con gli operai perseguitati
da Scelba e da Valletta
quelli dell’Officina Stella Rossa
i licenziati che seppero tenere
e ricordare qui vorrei
gli anni Cinquanta
tutti uno per uno
giorno dopo giorno

ricordare gli affanni
ricordare la fame
ricordare il freddo
il carbone
comprato a cinque chili per volta
e il baracchino con la pasta scotta
e null’altro

poi gli scontri
luglio ’60
e gli struggenti ragazzotti
di piazza Statuto
col selciato tra le mani

ripercorrere vorrei
tutta via Cuneo
attraversare la Stura, la Dora
e tutto il quartiere mio
guardare vorrei
per una volta ancora
la vecchia casa
col cesso sul ballatoio
ritrovare per un attimo solo
i vent’anni miei
colui che per primo
mi chiamò terrone
e m’insegnò poi
che fare il crumiro
era il crimine più grande

in ultimo vorrei chinarmi
assorto
sull’elenco angoscioso
di chi non c’è più
e nascondermi vorrei
in via Chiusella
la più brutta delle strade
del quartiere mio

ricordare anche l’addio
violento, feroce, l’ira

ma pure
ritrovare le radici
in questo quartiere
piatto come l’anima
vasto come l’orgoglio
amato e vissuto
da quella generazione
la più infelice
la più dura
la più cara
– – – – – – – – – – – – –

Questa ed altre poesie dal carcere (1971/1985).

Il libro: Sante Notarnicola, La nostalgia e la memoria, Giuseppe Maj Editore, 1984, 168 p.

Legami di sangue

Questo libro è bellissimo. Se non lo leggete peggio per voi!

Dana, una giovane scrittrice afroamericana, viene risucchiata nel passato. Risale di due secoli il suo albero genealogico, catapultata a più riprese in piena società schiavista. E’ priva degli strumenti che hanno permesso ai suoi antenati di sopravvivere, deve affrontare l’incubo con le conoscenze del 20° secolo.
Vivrà la contraddizione di vegliare sui suoi progenitori, schiavi e schiavisti, vittime e stupratori.

Il libro: Octavia Butler, Legami di sangue, Le lettere, 2005, 343 p.

Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti

27 gennaio 1923: l’anarchico Kurt Gustav Wilckens “tira giù” il tenente colonnello Varela, vendicando i caduti di quello che fu il più grande eccidio della storia argentina dei primi 70 anni del ‘900. Due anni prima, lo sciopero generale per migliori salari e condizioni di lavoro aveva paralizzato la provincia patagone di Santa Cruz . Operai del “Frigorifico”, tosatori, cuochi, braccianti, commessi, “chilotes”, criolli, anarchici europei: lo sciopero indetto dalla Sociedad Obrera de Rio Gallegos oltrepassa le divisioni di mestiere e di provenienza. E’ generale nel senso più pieno del termine: i lavoratori agricoli occupano le estancias dei latifondisti, i padroni più incattiviti vedono i loro negozi boicottati. Nessuno lavora più per loro, non solo i loro dipendenti diretti. Nei ristoranti, camerieri e cuochi si rifiutano di servirli.
Sotto le pressioni dei padroni locali (Sociedad Rural) e stranieri (inglesi) il primo presidente argentino democraticamente eletto – il radicale Hipolito Yrigoyen – invia le truppe e si volta dall’altra parte per non vedere la mattanza. Finiranno davanti al plotone di esecuzione 1.500 scioperanti, sepolti in anonime fosse comuni.
Osvaldo Bayer ripercorre il cammino verso la fine di questi uomini in un libro che, più che un romanzo, è una ricerca storica. Lo stesso Bayer contribuì alla ricerca delle fosse comuni, dove oltre agli scioperanti giaceva anche la memoria di quegli eventi.
Memorabili le figure di Wilckens, Antonio Soto, Facòn Grande, Boris Wladimirovic, e delle ragazze del postribolo “La Catalana”.

Il libro: Osvaldo Bayer, Alberto Prunetti (traduttore), Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti, Elèuthera, 2009, 159 p.

L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo

CAP.1 SUPERARE GLI ANNI ‘50
Nel secondo dopoguerra si consuma la sconfitta di quei ceti operai che nella resistenza avevano acquisito forza e organizzazione. Gradualmente mutano i processi produttivi, richiedendo mano d’opera non specializzata e priva di esperienza sindacale. Il PCI sposa il mito della produttività per la ricostruzione del paese, e gli operai “rimangono senza partito”. Sfumano le velleità rivoluzionarie dei partiti della sinistra, che pongono sempre più al centro le politiche istituzionali allontanadosi dalla classe.

CAP. 2 QUADERNI ROSSI E L’INCHIESTA OPERAIA
Alla fine degli anni ’50 intellettuali di varia provenienza (molti transfughi del PSI) si ritrovano sull’esigenza di un rinnovamento teorico adeguato alla fase.
Con la rivista “Quaderni Rossi” Panzieri, Tronti, Alquati e altri si pongono come obiettivi la restituzione del marxismo al suo naturale terreno della critica permanente; lo sviluppo del tema dell’autonomia di classe e del rapporto fra classe e organizzazione.
Si sperimenta l’uso della sociologia come strumento di analisi mutuato dalle scienze borghesi, mentre Alquati va al di là con la “conricerca”, non solo metodo di indagine ma di lavoro politico.
Panzieri demistifica la pretesa neutralità della scienza e del processo tecnologico, sia in riferimento all’Occidente che all’URSS; Tronti identifica la forza lavoro in quanto merce come parte del capitale, e di conseguenza come nemica della classe stessa . Da qui il superamento delle tradizionali rivendicazioni di autogestione operaia della produzione per approdare alla teorizzazione della lotta contro il lavoro.

Il resto ve lo racconto man mano che lo rileggo.

Il libro: Steve Wright, L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo, Edizioi Alegre, 2008, 336 p.

Recensione anche su Carmillaonline.

Mutenye. Un luogo dello spirito

Aspettando l’attacco

Svuotano le cantine per fare posto ai letti,
comprano farina e candele,
sotterrano biciclette,
rinforzano il recinto delle greggi,
dopo la cantilena del muezzin
aspettano l’attacco aereo
dall’altro capo del mondo.
Mai è stato così corto il cielo,
così povero il bersaglio.
Da noi l’esperto dice pregustando:
non sarà un petardo
e il capo si rivolge alla nazione,
tutti pronti
ai vostri posti di telecomando
per lo spettacolo della vendetta.

Erri De Luca

Questo libro è una delle tante iniziative pro Emergency promosse dalla mia osteria preferita. Contiene una raccolta di interventi, poesie, foto, disegni di avventori/gestori/amici del Mutenye.
In particolare: Fabio Bonifacci, Valerio Evangelisti, Erri De Luca, Pino Cacucci, Sante Notarnicola, Roberto Mastai, David James Sheen, Paola Checcoli, Alessio Di Giulio, Francesca Fabroni, Giuseppe Verlicchi, Marco Madonia, Francesco Cuna.

Il libro: AAVV, Mutenye. Un luogo dello spirito, Odradek.

L’eleganza del riccio

Credo sia molto più facile incontrare una portinaia che declama Kant (data la poca spendibilità sul mercato delle lauree in storia e filosofia) che un riccone (giapponese e non) intento a sedurre una signora povera e bruttina ma tanto tanto intelligente.

Il libro: Muriel Barbery, L’eleganza del riccio, E/O, 2007.

Buonanotte, signor Lenin

Quando mi regalarono ‘sto libro pensai: “Eccolo là ! Sarà l’ennesimo pippone anticomunista!”.
Inaspettatamente mi sono ritrovata tra le mani un reportage lucido, acuto, “laico”, a tratti divertente sulle ex repubbliche socialiste sovietiche, che si legge in un fiato e ti lascia addosso una voglia bruciante di andarci.
Ovviamente Terzani descrive parecchi disastri combinati da Stalin, ma visto che lo stalinismo con il comunismo non c’entra una mazza, non mi sento toccata nell’intimo.

Il libro: Tiziano Terzani, Buonanotte, signor Lenin, TEA, 1994, 423 p.