Archivi categoria: Anarchia

Potassa. Storie di sovversivi, migranti, erranti sottratti alla polvere degli archivi

Chissà cosa penserebbero il Biancani e il Marchettini se sapessero che la memoria delle loro vite è riemersa grazie alla meticolosità degli archivi polizieschi. Qualcosa del tipo: “Maremma maiala… finisce che ci s’ha da ringrazià pure le guardie !!”
Grazie al Prunetti riemergono dal freddo burocratese storie di carne e sangue, di gente che non viene ricordata nei testi scolastici, anche perché forse un po’ troppo riottosa e poco politically correct.
Storie di uomini di altri tempi, capaci di giocarsi tutto per rimanere fedeli a se stessi.
Storie che rievocano le origini del fascismo, nella loro quotidianità di provocazioni e violenze.
Storie in parte reali e in parte immaginate (ma nel rispetto delle fonti, esplicitando la distinzione fra ricostruzione storica e finzione).

Unica critica possibile è il corpo 8 dei caratteri di stampa, estremamente faticosi per una vekkia cecata come me.

Il libro: Alberto Prunetti, Potassa. Storie di sovversivi, migranti, erranti sottratti alla polvere degli archivi, Stampalternativa/Nuovi Equilibri, 2004, 102 p.  Si scarica da Stampalternativa.

Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti

27 gennaio 1923: l’anarchico Kurt Gustav Wilckens “tira giù” il tenente colonnello Varela, vendicando i caduti di quello che fu il più grande eccidio della storia argentina dei primi 70 anni del ‘900. Due anni prima, lo sciopero generale per migliori salari e condizioni di lavoro aveva paralizzato la provincia patagone di Santa Cruz . Operai del “Frigorifico”, tosatori, cuochi, braccianti, commessi, “chilotes”, criolli, anarchici europei: lo sciopero indetto dalla Sociedad Obrera de Rio Gallegos oltrepassa le divisioni di mestiere e di provenienza. E’ generale nel senso più pieno del termine: i lavoratori agricoli occupano le estancias dei latifondisti, i padroni più incattiviti vedono i loro negozi boicottati. Nessuno lavora più per loro, non solo i loro dipendenti diretti. Nei ristoranti, camerieri e cuochi si rifiutano di servirli.
Sotto le pressioni dei padroni locali (Sociedad Rural) e stranieri (inglesi) il primo presidente argentino democraticamente eletto – il radicale Hipolito Yrigoyen – invia le truppe e si volta dall’altra parte per non vedere la mattanza. Finiranno davanti al plotone di esecuzione 1.500 scioperanti, sepolti in anonime fosse comuni.
Osvaldo Bayer ripercorre il cammino verso la fine di questi uomini in un libro che, più che un romanzo, è una ricerca storica. Lo stesso Bayer contribuì alla ricerca delle fosse comuni, dove oltre agli scioperanti giaceva anche la memoria di quegli eventi.
Memorabili le figure di Wilckens, Antonio Soto, Facòn Grande, Boris Wladimirovic, e delle ragazze del postribolo “La Catalana”.

Il libro: Osvaldo Bayer, Alberto Prunetti (traduttore), Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti, Elèuthera, 2009, 159 p.