Tutti gli articoli di alexik

Le avventure di Miguel Littin, clandestino in Cile

Quella volta a Miguelito gli andò proprio di culo !
Rientrare da clandestino nel Cile di Pinochet, e andare sfrontatamente a spasso a girare quello che poi diventerà “Acta General de Chile” (un lungo documentario di denuncia) non è stata impresa da poco.
Un trasformismo degno di Brachetti ! Con i mezzi di oggi però (biometria, DNA ecc.) lo beccherebbero subito.

Il libro: Gabriel Garcia Marquez, Le avventure di Miguel Littin, clandestino in Cile,  Mondadori, 1986, 136 p.

Le vie infinite dei rifiuti

Inchiesta sullo smaltimento illegale dei rifiuti tossici in Campania: come fecero camorristi, politici e industriali a trasformare una terra fertile e bella in una seconda Seveso. Per chi fosse interessato anche agli effetti finali, consiglio il doc “Trattamento dei rifiuti in Campania: effetti sulla salute umana“.

Il libro: Alessandro Iacuelli, Le vie infinite dei rifiuti, Lulu.com, 2007, 240 p. Si può leggere su books.google.it.

Ebrei senza denaro

Michael Gold – al secolo Itzok Isaac Granich – racconta la sua infanzia.
Bellissimo sto scorcio del Lower East Side, dove si incrociano emigrati dal mondo intero, magnaccia, operai, rabbini, prostitute, malavitosi, massaie, e ovunque bande di ragazzini che imparano la vita dalla strada.
Figure di ebrei fuori dagli stereotipi, senza denaro, ma anche senza Israele (siamo all’inizio del ‘900), e senza tanto Jahvè.
L’autore in seguito diventerà commissario culturale del US Communist Party e scriverà cose meno simpatiche, prodigandosi nella propaganda stalinista.

Il libro: Michael Gold, A. Scalero (traduttore),  Ebrei senza denaro, Baldini Catoldi Dalai, 2006, 291 p.

Desideri/segnalazioni

Giacomo Scotti, “BONO TALIANO” Militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a “disertori”, Odradek, 2012, 256 p.

 

 

 

Umberto Tommasini, Il fabbro anarchico. Autobiografia fra Trieste e Barcellona, Odradek 2011, 236 p.

 

 

 

 

 

Luca Manes, Elena Gerebizza, Il Delta dei veleni. Gli impatti delle attività dell’ENI e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria, Altreconomia, 2011, 32 p.

 

 

H. Jacobs, Weathermen, I fuorilegge in America, Bepress.  2011, 330 p.

 

 

 

Elvira Corona, Francesco Gesualdi, Lavorare senza padroni. Viaggio nelle imprese “recuperadas” di Argentina, EMI, 2011, 252 p.

 

Battuta di caccia

Vera Nikolaevna Tretiakova (1895-1937). Bilal la definisce “una delle figure più sublimi della rivoluzione russa”, di primo piano nella politica familiare (abolizione del matrimonio ) e culturale. Visse davvero e davvero morì nelle purghe staliniane. La sua opera principale “Psicoanalisi e materialismo dialettico” sparì, dopo il ’37, dalle biblioteche dell’URSS.
Ora, è mai possibile che l’unico ricordo di questa donna sia in un fumetto di Bilal ?

Il libro: Pierre Christin, Enki Bilal, Battuta di caccia, Alessandro Editore, 2000, 96 p.

La nipote scomoda

Un noir senza sbirri come prime donne e senza un lieto fine.
Protagonista la grande fabbrica (chissà chi è ?) che elimina “gli ostacoli” sotto gli occhi della Torino bene, che approva e continua i suoi riti. Ben descritta la borghesia sabauda, l’ipocrisia e l’omertà (degna dei più classici stereotipi siciliani), la riorganizzazione della destra industriale.
Ben descritte le contraddizioni di un giovane ingegnere calabrese, in bilico fra la fedeltà all’amico e alle proprie origini/valori e il richiamo dell’ “integrazione”, del rampantismo sociale.
Romanzo stilisticamente un po’ acerbo, ma chissenefrega.

Il libro: Bruno Gambarotta, Massimo Felisatti, La nipote scomoda, L’Ambaradan, 2006.

La nostalgia e la memoria

LA NOSTALGIA E LA MEMORIA

Talvolta
vorrei ripercorrere
le strade del mio quartiere
e ritrovare vorrei
quella generazione
che si formò
sul testamento di Julius Fucik
colui che sotto la forca
scrisse a noi per noi

la generazione
che correva compatta
da papà Cervi a consolarlo
a consolarsi

quella generazione
che disarmata
raccolse la bandiera della Resistenza
prima che la borghesia
l’agitasse oscena

vorrei ritrovarmi
con gli operai perseguitati
da Scelba e da Valletta
quelli dell’Officina Stella Rossa
i licenziati che seppero tenere
e ricordare qui vorrei
gli anni Cinquanta
tutti uno per uno
giorno dopo giorno

ricordare gli affanni
ricordare la fame
ricordare il freddo
il carbone
comprato a cinque chili per volta
e il baracchino con la pasta scotta
e null’altro

poi gli scontri
luglio ’60
e gli struggenti ragazzotti
di piazza Statuto
col selciato tra le mani

ripercorrere vorrei
tutta via Cuneo
attraversare la Stura, la Dora
e tutto il quartiere mio
guardare vorrei
per una volta ancora
la vecchia casa
col cesso sul ballatoio
ritrovare per un attimo solo
i vent’anni miei
colui che per primo
mi chiamò terrone
e m’insegnò poi
che fare il crumiro
era il crimine più grande

in ultimo vorrei chinarmi
assorto
sull’elenco angoscioso
di chi non c’è più
e nascondermi vorrei
in via Chiusella
la più brutta delle strade
del quartiere mio

ricordare anche l’addio
violento, feroce, l’ira

ma pure
ritrovare le radici
in questo quartiere
piatto come l’anima
vasto come l’orgoglio
amato e vissuto
da quella generazione
la più infelice
la più dura
la più cara
– – – – – – – – – – – – –

Questa ed altre poesie dal carcere (1971/1985).

Il libro: Sante Notarnicola, La nostalgia e la memoria, Giuseppe Maj Editore, 1984, 168 p.

Legami di sangue

Questo libro è bellissimo. Se non lo leggete peggio per voi!

Dana, una giovane scrittrice afroamericana, viene risucchiata nel passato. Risale di due secoli il suo albero genealogico, catapultata a più riprese in piena società schiavista. E’ priva degli strumenti che hanno permesso ai suoi antenati di sopravvivere, deve affrontare l’incubo con le conoscenze del 20° secolo.
Vivrà la contraddizione di vegliare sui suoi progenitori, schiavi e schiavisti, vittime e stupratori.

Il libro: Octavia Butler, Legami di sangue, Le lettere, 2005, 343 p.

Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti

27 gennaio 1923: l’anarchico Kurt Gustav Wilckens “tira giù” il tenente colonnello Varela, vendicando i caduti di quello che fu il più grande eccidio della storia argentina dei primi 70 anni del ‘900. Due anni prima, lo sciopero generale per migliori salari e condizioni di lavoro aveva paralizzato la provincia patagone di Santa Cruz . Operai del “Frigorifico”, tosatori, cuochi, braccianti, commessi, “chilotes”, criolli, anarchici europei: lo sciopero indetto dalla Sociedad Obrera de Rio Gallegos oltrepassa le divisioni di mestiere e di provenienza. E’ generale nel senso più pieno del termine: i lavoratori agricoli occupano le estancias dei latifondisti, i padroni più incattiviti vedono i loro negozi boicottati. Nessuno lavora più per loro, non solo i loro dipendenti diretti. Nei ristoranti, camerieri e cuochi si rifiutano di servirli.
Sotto le pressioni dei padroni locali (Sociedad Rural) e stranieri (inglesi) il primo presidente argentino democraticamente eletto – il radicale Hipolito Yrigoyen – invia le truppe e si volta dall’altra parte per non vedere la mattanza. Finiranno davanti al plotone di esecuzione 1.500 scioperanti, sepolti in anonime fosse comuni.
Osvaldo Bayer ripercorre il cammino verso la fine di questi uomini in un libro che, più che un romanzo, è una ricerca storica. Lo stesso Bayer contribuì alla ricerca delle fosse comuni, dove oltre agli scioperanti giaceva anche la memoria di quegli eventi.
Memorabili le figure di Wilckens, Antonio Soto, Facòn Grande, Boris Wladimirovic, e delle ragazze del postribolo “La Catalana”.

Il libro: Osvaldo Bayer, Alberto Prunetti (traduttore), Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Venti, Elèuthera, 2009, 159 p.