Tutti gli articoli di alexik

Passavamo sulla terra leggeri

 

Atzeni passa sulla storia leggero, racconta i miti fondativi dell’identità sarda facendola amare anche a chi sardo non è.
Come si fa, del resto, a non amare con allegria quei sacerdoti S’ard, che seppero essere grandissimi filosofi e al tempo stesso incommensurabili paraculi ?
E a non stupirsi del ruolo delle donne, guerriere, giudichesse o “custodi del tempo” in epoche in cui nel resto del mondo contavano meno di niente.
E a non invidiare, in questi tempi tristi, l’idea di una identità includente, aperta a chiunque si presentasse senz’armi, perché …
Comprendevamo d’essere al centro di un mare che si faceva di giorno in giorno più popolato.
Non potevamo fermare il ciclo dell’uomo, nessuno può fermarlo.
Dovevamo incontrare gli altri uomini, per crescere.
L’incontro ha un costo, pagarlo è inevitabile. ” Continua la lettura di Passavamo sulla terra leggeri

Riportando tutto a casa

 

Per definire gli anni ’80 comunemente si dice che “dopo gli anni di piombo arrivarono gli anni di merda”.
Una volta disoccupate definitivamente le strade dai sogni, a tre adolescenti di Bari, come a decine di migliaia di loro coetanei in tutta Italia, viene lasciata aperta una sola strada per affermare la propria alterità: la devastazione dell’eroina.
Questa è la storia di una discesa all’inferno (il nostro) fra ricchi premi e cotillons.

Il libro: Nicola Lagioia, Riportando tutto a casa, Einaudi, 2009, 282 p.

L’uomo della pianura

San Vittore, 1975. Sono passati solo pochi anni dalle lotte dei Dannati della terra, eppure l’immagine che ne dà sto libro è così diversa.
La solidarietà rimane fuori dai cancelli, nessuno interviene in tuo favore. Chi non ce la fa a cavarsela da solo è destinato a soccombere“. Nella scuola di San Vitùr si entra innocenti e si esce pluriomicidi, dopo averne imparato i linguaggi e i rituali, lo squallore e la violenza, la sottomissione ai più forti.
Questa è la storia di Hurricane, che si incrocia con quella di Radeschi, reporter di nera, in un paesino della bassa padana. Continua la lettura di L’uomo della pianura

La ballata del carcere di Reading

 

“E ancora questo so, ogni prigione
Costruita dagli uomini per l’uomo
È fatta con mattoni di vergogna
E sbarrata, perché non veda Cristo
Come gli uomini riducono i fratelli.

Con le sbarre offuscano la grazia della luna
E il sole buono accecano.
Nascondono l’inferno, e fanno bene,
Perché dentro avvengono le cose
Che mai dovrebbero vedere
Figlio di Dio o Figlio di Uomo”

Il libro: Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading, SE, 1999, 96 p.

Storie di assalti Frontali. Conflitti che producono banditi

Storia delle autoproduzioni musicali delle posse romane dall’inizio all’epilogo.

Ho sempre ritenuto poco praticabili le ipotesi rivolte a ritagliarsi isole al di fuori del mercato, fermo restante l’attuale sistema di produzione. Storicamente la maggior parte delle esperienze in tal senso o si sono trasformate in qualcos’altro (vedi cooperative) diventando parte del mercato stesso, o sono campate di stenti fino ad esaurirsi (vedi le Comuni). Ci sono, a dire il vero, anche segnali in senso inverso (le fabbriche recuperate in Argentina), ma restano minoritari.
Nulla da rimproverare, dunque,  a Militant A e soci se non ce l’hanno fatta (tranne il fatto che per un decennio ci hanno stracciato i maroni con sta storia dell’autoproduzione che sembrava fosse al centro dell’universo).
Quanto alla scelta di registrare per la Sony, … . beh, se vi ha creato così tante contraddizioni sappiate che non è obbligatorio, si può sempre scegliere di fare altro, tipo lavorare al tornio o allevare il baghino.

Il libro: Militant A, Storie di assalti Frontali. Conflitti che producono banditi, Castelvecchi, 1997

Il colore dei fuochi fatui

QUESTO LIBRO E’ UNA VACCATA DISUMANA.

Premesso che:
– si salva all’inizio , dove si descrive il clima di movimento nell’esperienza diretta di una giovane militante
– si salva la parte sui fatti di marzo ’77 a Bologna, raccontata in presa diretta e con una forte carica emotiva

Gli aspetti positivi di sto libro affogano purtroppo in un mare di pagine dedicate a gente che fa sesso o ne parla. Per carità, buon per loro, ma la cosa dopo un po’ risulta alquanto noiosa (almeno per me). Continua la lettura di Il colore dei fuochi fatui

La morte necessaria di Enrico Mattei

La tesi di Perrone è che Mattei sia stato assassinato non perchè desse disturbo alle sette sorelle (aveva appena raggiunto un accordo fra ENI e Standard Oil) ma perchè aveva aperto all’URSS in piena crisi dei missili a Cuba, per cui bisognava dare un segnale agli alleati non sufficientemente ligi.

Il libro: Nico Perrone, La morte necessaria di Enrico Mattei, Nuovi Equilibri, 32 p.

Fahrenheit 451

 

Sublime e profetico. Tanto più grande perché scritto in pieno maccartismo; tanto più profetico perché già nel 1953 anticipa la pervasività dello schermo nel modificare – o meglio – nel sostituirsi alla vita quotidiana, ai rapporti familiari e sociali, in cambio di una parvenza di partecipazione del tutto virtuale. Grande la caccia finale con segugio elettronico, con tanto di uccisione di un capro espiatorio a caso per nascondere l’insuccesso.
Penso a questo libro ogni volta che scoppia una nuova caccia alle streghe (ormai sempre più spesso). Sono drammaticamente attuali i meccanismi di creazione del consenso di massa al linciaggio legalizzato (oggi dei rom, domani dei migranti…),  con annessa richiesta di partecipazione popolare al crimine tramite la delazione (ricordate la campagna della Lega; “denuncia un clandestino ?).
Il film ispirato a questo libro non ne rende appieno la genialità. Andrebbe girato nuovamente decine di volte, sostituendo le immagini forzate della fantascienza con quelle della realtà.

Ray Bradbury, Giorgio Monicelli (traduttore), Fahrenheit 451, Mondadori, 2001

Il traditore. Mussolini e la conquista del potere

??????????? (ma anche !!!!!!!!!)

Perplessità, e anche un certo disagio.
Il testo si inaugura con un’invettiva rivolta agli italiani indifferenti, che con la loro ignavia hanno permesso l’ascesa di Mussolini e il suo dominio fino alla rovina della guerra mondiale. Non entro in merito sulla giustezza o meno della predica, ma è il pulpito a non essere credibile.
Alla reprimenda iniziale segue infatti una narrazione priva di qualsiasi autocritica rispetto alle responsabilità che ebbe il Partito Socialista, e personalmente anche la stessa Balabanoff, nello spianare la strada a Mussolini. Continua la lettura di Il traditore. Mussolini e la conquista del potere