Tutti gli articoli di alexik

Il regno di questo mondo

Haiti 1760-1820. Da Mackallan al regno di re Christopher. Le facce della borghesia cambiano di colore, ma i metodi rimangono sempre gli stessi, o forse peggiorano.
Il romanzo ha come prefazione il manifesto del realismo magico: a fronte di intellettuali europei annoiati e morbosi, gli scrittori latinoamericani non hanno bisogna di spremere la fantasia alla ricerca di effetti speciali. La storia e la realtà del latinoamerica sono già sufficientemente surreali da non necessitare di artifici.

Il libro: Alejo Carpentier, Il regno di questo mondo, Einaudi, 1990, 144 p.

Come ho perso la guerra

 

Leggendo questo libro ho rivisto tante ghigne: quelli che seppellirono Rimini sotto colate di cemento; quelli che svendettero le Farmacie Comunali di Bologna ….
Chiunque li abbia visti all’opera nella sua città (amministratori passati allegramente da militanti del PCUS a sacerdoti del libero mercato, imprenditori dalle lunghe zanne e grandi appetiti …), in questo libro li riconoscerà esclamando: si ! Si ! Sono loro ! Sono proprio loro!
Romanzo attuale in tempi di privatizzazione dell’acqua.

Il libro: Filippo Bologna, Come ho perso la guerra, Fandango Libri.

Trilogia sporca dell’Avana

Una descrizione probabilmente realistica della mentalità della fauna del Malecòn, una fotografia impietosa di una delle due famose morali dei cubani: la peggiore (peraltro condivisa dall’autore). Desolidarizzazione spinta, rampantismo straccione, tutto con l’alibi della “fame”, che per uno che si sputtana tutti i soldi in alcol non è molto credibile. Gutierrez fa parte di quella generazione di cubani che – per motivi anagrafici – non ha mai sparato un colpo, ma in compenso ha avuto tutti i vantaggi della rivoluzione, vivendoli come un “tutto dovuto”.
Meno spregevole di chi ha usato lo Stato e il Partito per i propri interessi, ma pur sempre un soggetto negativo, che si è adeguato all’andazzo finchè il socialismo gli ha garantito laurea, lavoro e tranquillità per occuparsi della sua attività preferita (scopare).

Il libro: Pedro Juan Gutierrez, Trilogia sporca dell’Avana. Senza un cazzo da fare, Mondolibri, 1999.

La volpe di sopra e la volpe di sotto

Non credo si debba cercare linearità e leggerezza nel testamento di un compagno suicida.
L’unica recensione possibile di questo libro è il necrologio di Eduardo Galeano.

1969 Lima. Arguedas si fracassa il cranio con un colpo di pistola. La sua storia è la storia del Perù; e, ammalato di Perù, si uccide. Figlio di bianchi, Josè Maria Arguedas era stato allevato dagli indios. E per tutta l’infanzia parlò in quechua. A diciassette anni fu strappato dalla sierra e gettato sulla costa; uscì dai paesini dei comuneros per entrare nella città dei proprietari. Imparò la lingua dei vincitori e in quella lingua parlò e scrisse. Non scrisse mai sui vinti, bensì dai vinti. Seppe dirli, ma la sua impresa fu la sua maledizione. Sentiva che tutto in lui era tradimento o fallimento, vana lacerazione. Non poteva essere indio, non voleva essere bianco: non sopportava di essere allo stesso tempo il disprezzo e il disprezzato. Solitario viandante, camminò sull’orlo dell’abisso tra due mondi nemici che gli dividevano l’anima. Gli caddero addosso molte valanghe di angoscia, peggiori di qualsiasi frana di fango e pietre; finchè fu abbattuto.

Il libro: José Maria Arguedas, La volpe di sopra e la volpe di sotto, Einaudi, 1990.

Nicola Rubino è entrato in fabbrica

 

La fabbrica del 2000 in presa diretta. Ricorda un po’ “Vogliamo tutto” (anche se lascia molto più spazio alla punteggiatura) però letto al contrario.
Perchè a 30 anni di distanza non c’è più nessuna rivoluzione, ma solo opportunisti, leccaculo, arrivisti, tanto più ridicoli, visto che la posta in gioco è quella di continuare a farsi sfruttare.
L’unica prospettiva desiderabile – individuale – è quella di andarsene.

Il libro: Francesco Dezio, Nicola Rubino è entrato in fabbrica, Feltrinelli, 2004.

S’ataurn indrì. Storia della donna Ermina Mattarelli

Ermina Mattarelli (1908/2001) racconta la sua vita: le lotte contadine, la Cooperativa di Massarenti, le persecuzioni dei fascisti, l’esperienza partigiana, il carcere e le torture, e di nuovo le lotte nelle campagne emiliane nel dopoguerra. Per chiunque abbia dei dubbi su cosa sia stato il fascismo.

Per procurarsi questo libro (autoprodotto) bisogna richiederlo al Circolo Iqbal Masih di Bologna.

Il libro: Michela di Mieri (Curatore), Valerio Evangelisti (Collaboratore), S’ataurn indrì. Storia della donna Ermina Mattarelli, Autoprodotto dal Circolo Iqbal Masish (BO), 2005, 87 p.

Box-car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana

 

Da questo libro prende spunto il film “America 1929 – Sterminateli senza pietà” di Martin Scorsese.
Il film – bellissimo – è un affresco sul movimento sindacale negli USA nel primo ‘900 , il libro invece si concentra sulla vita dell’autrice (epperforza, è un’autobiografia). Le vicende di questa simpatica frikkettona scopaiola si inseriscono in un contesto che non avrei mai immaginato: nei primi anni del secolo scorso in decine di migliaia attraversavano gli Stati Uniti d’America saltando sui carri merci per raggiungere un comizio anarchico o un corteo sindacale, scontrandosi con le guardie, praticando l’amore libero (etero e non), fondando comuni e Università degli hobos. Era questo il brodo di coltura degli IWW. Una tale libertà di pensiero e azione che avrei attribuito più facilmente ai nostri anni ’70.

Il libro: Bertha Thompson, Box-car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana, Giunti, 2003, 286 p.

Martin Kačur

Se lo Jernej era un atto di accusa ai poteri forti (la magistratura, l’imperatore, il clero) qui Cankar svela strumenti di oppressione più sottili e diffusi: l’ignoranza di un ceto di kulaki gretto e bovino, le dinamiche di potere dei notabili di villaggio, la prigione del matrimonio. La formula vincente è il conformismo al vento dominante. Ai margini operai e braccianti, quelli che ricercano la cultura, quelli che finiscono nei fossi con il cranio sfondato.

Il libro: Ivan Cankar, Martin Kačur. Biografia di un idealista, Mondadori, 1981.

Il servo Jernej e il suo diritto

L’etica, il diritto, la religione, si svelano come strumenti del potere. A quelli come Jernej, nel migliore dei casi, è riservata la pietà, in un sistema che per elargirti la sopravvivenza vuole in cambio non solo il lavoro, ma anche la sottomissione. Ad ogni tappa della sua via crucis Jernej scopre un aspetto del dominio e ne distrugge – dentro di se – il timore e il rispetto, fino alla coscienza di non avere più niente da perdere, ma solo una dignità da riconquistare.
Meglio di quella dei giudici, dell’imperatore e di Dio, è la giustizia del fuoco.

Il libro: Ivan Cankar, Il servo Jernej e il suo diritto, Feltrinelli, 1977.

Falange armata

 

La prima edizione di “Falange armata” esce nel 1993.
I Savi li beccano nel 1994.
Perspicace Lucarelli, riporta le stesse impressioni che circolavano da tempo fra i compagni , fra la mala locale, o chiunque ragionasse sulle anomalie del modus operandi della Uno Bianca: tecniche militari, armi da guerra, ricerca spasmodica del morto, attacchi gratuiti… quanto di più lontano dalla logica di rapinatori normali. Continua la lettura di Falange armata