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Faccia al muro

Faccia al muroBisogna ringraziare i prigionieri  del carcere di Papuda (Brasilia) per aver saputo trasformare in un libro leggibile  questa fetecchia di spy story. Bisogna ringraziare le loro frasi ad effetto, le loro risate e sfottò, i deliri mistici e le filosofie con cui cercano di riempire di senso il tempo sospeso della galera.  Ringraziare J.J., che ha dato fuoco al materasso perché “aveva bisogno di luce”, e Meningite, perso fra bislacche curiosità ed elucubrazioni bibliche, e Crudele, che inventa trame per libri immaginari. Bisogna ringraziare Zeca, con le sue canzoni di malavita e suoi principi da vecchio sicario del Pantanal.  Ripercorrere con lui le strade di Rio, farsi guidare per le favelas  di cui conosce ogni centimetro senza esserci mai stato, se non con la fantasia gettata al di là delle sbarre. Ringraziare Bruno, l’ingegnere che crede ai sortilegi,  e Alleluia, morto per un fiammifero strofinato male, e Nem, arrestato per un pediluvio in una fontana della zona bene, con uno zaino pieno di anabolizzanti per cavalli e un cartello: “Il popolo sovrano reclama più repressione e meno scuole. Più poliziotti e meno medici. Più serie televisive e meno libri. Più cheesburger e meno churraco”. Bisogna  ringraziare Nenouche, Godinho, Ely, Pata louca e quel fanatico del Bispo Binadab, lo “scolaro della morte”. Immaginarseli nudi e a testa bassa, accovacciati l’uno contro l’altro sul terreno lurido mentre le guardie distruggono le celle per addestrare le reclute, alla ricerca di pericolosi oggetti proibiti: carta, penne, libri, medicine. Immaginarseli piegati dalla diarrea per il rancio andato a male (le carceri di Lula e Rousseff non ci fanno una bella figura), o mentre inseguono con gli occhi la linea dell’ombra che verso sera scavalca il muro del cortile ed esce fuori, per strada. Ringraziare infine anche il detenuto scrittore che ha saputo raccontarli, con la loro “passione oscura” ed i pensieri che in carcere diventano concreti come esseri viventi.

Tutto il resto del romanzo, a sfondo autobiografico, è a metà fra un polpettone erotico/sentimentale (melenso come una telenovela brasiliana) e un intreccio spionistico dai risvolti politici nebulosi, popolato da perfide mata hari e da reduci di lotte passate devastati e arresi, quando non corrotti o venduti al nemico. Forse, suggerendo l’idea una latitanza sessualmente intensa, Battisti ha cercato di far schiattare di rabbia i suoi numerosi detrattori. Il problema è che riesce a far schiattare di noia tutti gli altri. A tratti poi è come se il protagonista volesse dichiarare al mondo, e in particolare al paese d’esilio “lasciatemi perdere,  sono innocuo, le idee in cui credevo mi hanno lasciato solo disillusioni, sono roba del passato, anacronistica”. Il che fa il paio con le sue vicissitudini amorose nella costruzione di un personaggio patetico. Auguro all’autore di non assomigliargli, e che il richiamo  autobiografico del romanzo sia solo una finzione letteraria. Gli riservo, inoltre un consiglio per il futuro: la prossima volta non inventarti storie  artificiose. Basta che ti guardi intorno e descrivi la realtà del Brasile,  che è già sur/reale di suo. Hai mezzo continente a disposizione, vedrai che gli argomenti non ti mancheranno.

Il libro: Cesare Battisti, Faccia al muro, DeriveApprodi, 2012, p. 285.

Garbatella Combat Zone

(ATTENZIONE: contiene anticipazione sul finale) .

Ma come ?!!! Un protagonista così cazzuto, capace di destreggiarsi fra coatti, caramba e narcos messicani, che alla fine si fa fregare come un pivello, con il classico “cherchez la femme” ???
Garbatella combat zone è un libro che induce riflessioni. Per quanto sia un personaggio improbabile, Valerio esprime una contraddizione comune a molti: l’incongruenza fra ciò che vorresti/dovresti essere – per utopia e per coerenza con la tua storia familiare e sociale – e ciò che alla fine le tue scelte ti portano a diventare
E’ la storia del tentativo costante di trovare una coerenza, una linearità, fra questi due livelli, fino a che non si arriva a un punto in cui è la contraddizione a scegliere per te.
Ti lascia addosso una costante sensazione di perdita: delle radici, delle persone, delle appartenenze. Accattivanti le ambientazioni.

Il libro: Massimiliano Smeriglio, Garbatella Combat Zone, Voland, 2010, 176 p.