Potassa. Storie di sovversivi, migranti, erranti sottratti alla polvere degli archivi

Chissà cosa penserebbero il Biancani e il Marchettini se sapessero che la memoria delle loro vite è riemersa grazie alla meticolosità degli archivi polizieschi. Qualcosa del tipo: “Maremma maiala… finisce che ci s’ha da ringrazià pure le guardie !!”
Grazie al Prunetti riemergono dal freddo burocratese storie di carne e sangue, di gente che non viene ricordata nei testi scolastici, anche perché forse un po’ troppo riottosa e poco politically correct.
Storie di uomini di altri tempi, capaci di giocarsi tutto per rimanere fedeli a se stessi.
Storie che rievocano le origini del fascismo, nella loro quotidianità di provocazioni e violenze.
Storie in parte reali e in parte immaginate (ma nel rispetto delle fonti, esplicitando la distinzione fra ricostruzione storica e finzione).

Unica critica possibile è il corpo 8 dei caratteri di stampa, estremamente faticosi per una vekkia cecata come me.

Il libro: Alberto Prunetti, Potassa. Storie di sovversivi, migranti, erranti sottratti alla polvere degli archivi, Stampalternativa/Nuovi Equilibri, 2004, 102 p.  Si scarica da Stampalternativa.