Il cattolicesimo reale/10

cacciata_evaLa misoginia della Chiesa è un mare di veleno che ha intriso la nostra storia e la nostra società. Eccone alcune stille.

La donna impari in silenzio con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo, piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva e non fu Adamo ad essere ingannato, ma la donna che ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia” (Paolo di Tarso, Prima lettera a Timoteo, 65 DC).  Non so perché, ma più leggo Paolo di Tarso, più rivaluto Nerone che gli fece mozzare la testa.

Vi chiedete spesso perché il vostro compagno scappi a giocare a calcetto lasciandovi sul groppone tutto il peso delle necessità della vita ? Ve lo spiega Clemente Alessandrino:  “Gli uomini devono lottare nudi o giocare a palla … Anche le donne non devono restare escluse da ogni esercizio fisico. Ma non si devono esigere da loro la lotta e la corsa. Devono esercitarsi nel filato e a tessere e inoltre aiutare a cuocere il pane. Inoltre … devono andare a prendere in dispensa ciò di cui abbiamo bisogno” (Clemente Alessandrino, Il Pedagogo, 202 DC).

Secondo  Origene, un genio che si è evirato a 20 anni per sfuggire le tentazioni corporee, “le nostre azioni sono femmine e maschi. Se ciò che facciamo è femminile, è corporeo, oppure carnale.. Se seminiamo nella carne, il frutto del concepimento della nostra anima non è maschio, bensì femmina, e quindi fiacco, molle, greve di materia. Se invece contempliamo le cose eterne ae abbiamo l’animo attento alle cose migliori, allora si che produciamo i frutti dello spirito, tutti maschi. Poiché ciò che è presentato al cospetto di Dio, tutto ciò che appare agli occhi del creatore è maschio, non femminile. E Dio non si degna di guardare ciò che è femminile e corporeo” (Origene, Commentum in Lucam, Homiliae VIII).

Un altro  che odiava le donne, oltre che i giudei, era il vescovo di Antiochia Giovanni Crisostomo. Pensare che era stato cresciuto con fatica dalla madre, vedova a 22 anni, che riuscì a mandarlo a scuola dai migliori maestri della scuola sofistica (e molto meglio avrebbe fatto se l’avesse avviato alla scuola della vanga). A titolo di riconoscenza, Giovanni così scriveva delle donne: “Siamo giunti a un punto tale di malvagità che è pienamente giustificato chiedersi perché le donne non insegnino. A tal punto siamo scesi al livello della loro debolezza” (Giovanni Crisostomo, In epistula ad Ephesini).

E anche: “Come mai dunque, la Scrittura chiama aiuto colei che è di ostacolo ? è detto infatti: “facciamo un aiuto simile a lui”. Ed io ti chiederò: come può essere un aiuto colei che ha privato l’uomo di tanta sicurezza, e che l’ha scacciato da quel meraviglioso soggiorno nel paradiso, gettandolo nel tumulto della vita presente? “La donna – è detto – è il principio del peccato, ed a causa sua noi tutti moriamo”. Ed il Beato Paolo dice: “Adamo non fu ingannato; fu la donna che ingannata commise la trasgressione… Non ha forse detto per questo il saggio: “Qualsiasi cattiveria è piccola, se paragonata alla cattiveria della donna?” Come mai dunque, mi si chiede, Dio ha detto: “Facciamogli un aiuto simile a lui?”. La donna fu fatta a tale scopo, e per questo motivo, ma al pari del suo compagno, non volle rimanere nella dignità che le era propria. A parte questo si può anche obiettare che la donna dà il suo aiuto nel tipo di vita presente, per quanto riguarda la procreazione dei figli ed il desiderio fisico” (Giovanni Crisostomo, La verginità). (Continua)

Un commento su “Il cattolicesimo reale/10”

  1. Una cosa mi rallegra: che a tutti questi insulsi repressi sessuali gli abbiamo sempre fatto paura.
    Grazie del florilegio, mi resta poco da vivere e mi risparmio la lettura; per le incazzature mi tengo in esercizio con le “sentinelle in piedi.

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