La variante di Lunenburg

Giocare all’inferno

Apparentemente si parla di scacchi e scacchisti, e della loro febbrile passione. Ci si addentra in questo gioco affascinante, senza accorgersi che il vero oggetto del libro è disseminato nei dettagli apparentemente insignificanti fra una partita e l’altra. A lungo ci si immerge nella comunità di giocatori – chiusa nei propri riti, linguaggi, tossicodipendenze da scacchiera – e  si crede  di stare in un mondo a parte, avulso dalla Storia che gli scorre attorno.

Lo credeva anche il giovane Rubinstein, come se  il mondo degli scacchi fosse una dimensione protetta, impermeabile al dilagare della violenza antisemita. Così come credeva anche suo padre che la condizione benestante li ponesse al riparo, in una sorta di ostinata rimozione dei segnali evidenti di una rovina che avanza.

Tutt’intorno l’ ideologia nazista contagia ogni strato sociale senza che nessuna cultura o spirito sportivo possano farvi argine, generando nelle sue vittime, ancor prima che il panico, incredulità e stupore.  Vienna non aspetta nemmeno che il Terzo Reich prenda formalmente il potere per dare inizio al pogrom. Per conformismo o convinzione il consenso è trasversale: dal cameriere al barone nessuno vuole farsi sfuggire la grande opportunità di odiare. Da lì in poi è una discesa all’inferno, dove la guerra simulata su una scacchiera diventa guerra reale, con una terribile posta in gioco.

PS. In questo libro oltre a molta storia c’è un po’ di attualità: scampati al processo di  Norimberga, buona parte dei criminali nazisti rimasero in Germania del tutto impuniti, conservando gli averi e la posizione sociale. Così come fecero Gherard Sommer, Werner Bruss, Alfred Concina, Ludwig Goring, Karl Gropler, Georg Rauch, Horst Richter e Heinrich Schendel, condannati in Italia e assolti in Germania per la strage di Sant’Anna di Stazzema. Peccato che, a differenza del personaggio di Mauresing, questi qui non si siano sparati il colpo in testa (vedi : LA STRAGE SENZA COLPEVOLI, su Il Manifesto 2/10/2012).

Il libro: Paolo Mauresing, La variante di Lunenburg, Adelphi, 2003, 158 p.