Il procuratore della Giudea

Lo so che Anatole France è un premio nobel per la letteratura. Lo so che “Il Procuratore della Giudea” è stato definito da Sciascia “il racconto perfetto”.
So anche che la recensione che segue mi qualificherà come una grezzona che di letteratura e filosofia non capisce un belino …. ma questo dialogo fra un vecchio amministratore coloniale razzista e irrancidito e un figaiolo impenitente (tal Lamia) mi lascia alquanto perplessa.
Sicuramente il primo impatto con le opinioni di Pilato sugli ebrei è decisamente greve, in particolare in un passaggio agghiacciante: “Non si riuscirà mai a domare un popolo simile. Bisogna non farlo più esistere. Bisogna distruggere Gerusalemme dalle fondamenta. Ed è possibile che, per quanto vecchio, mi sia dato di vedere il giorno in cui le sue mura crolleranno, i suoi abitanti saranno passati a fil di spada e il sale sarà sparso sulla piazza dove il tempio sorgeva. E in quel giorno mi sarà infine resa giustizia“.
Ok, France ha scritto il racconto nel 1902 e non poteva prevedere che 40 anni dopo Hitler l’avrebbe preso in parola.
E’ inoltre verosimile che un Pilato, ex scherano dell’impero, potesse pensarla a quel modo nei confronti di una popolazione dominata che, “incredibilmente”, rifiutava e combatteva la civiltà romana imposta con la spada.
Quello che non ci stà però è la risposta di Lamia – colui che nel racconto dovrebbe avere il ruolo di contrastare il delirio sanguinario dell’ex prefetto – il cui argomento principale è che non bisogna odiare gli ebrei ….. perché è un popolo pieno di belle gnocche !!!!! Cioè, se fossero state chiatte, baffute e strabiche si sarebbero potute tranquillamente sterminare ??? Ma chi è questo Lamia, un antenato di Berlusconi ??
Le posizioni attribuite a Pilato rispecchiano l’antisemitismo diffuso al tempo di France, il quale si schierò decisamente con Zolà a sostegno di Dreyfus. Per questo mi sarei aspettata dall’autore del libello un’articolazione più profonda delle argomentazioni antirazziste.

Quanto all’apologia dello scetticismo osannata da Sciascia, Pilato esprimerebbe l’umana impossibilità di conoscere la verità tramite i propri limitati sensi, in quanto mostra di ignorare l’enorme portata storica dell’unico atto per cui verrà ricordato nei secoli: la crocifissione di Cristo.
Ma, tanto per essere scettici fino in fondo, siamo sicuri che per l’emergere e l’affermarsi del cristianesimo come fenomeno storico complesso sia stato poi così fondamentale l’esistenza o meno di un Cristo e la sua eventuale crocifissione ?

Il libro: Anatole France, Il procuratore della Giudea, Sellerio, 2008, 55 p.